È seduta sulla sedia di vimini della hall mentre la notte appesantisce i tetti.
Il suo viso è investito dall’intermittenza blurossa di un albero di Natale.
Vecchia bambina di pezza, sorride alla triste tela imbrattata di ricordi.
Puzza di fiori appassiti e fichi marci.
Il suo credo è una credenza ricoperta di polvere, argenteria annerita e porcellana rosa.
La sua memoria è una maiolica crepata, una candela squagliata, un libro decrepito.
Manda vocali a vuoto e guarda video di gatti travestiti. E aspetta.
Fuori il sale corrode le chiese, lei ascolta il respiro asmatico del Mediterraneo.
È l’ora.
Si alza e come tutte le notti porta Gesù bambino tra le sue mani grinzose,
per i corridoi oscuri dell’hotel.
Poi lo ripone nella mangiatoia e aspetta che la cometa si schianti su tutto.
© Rodolfo Veneziani