Camminerò fiero sul sentiero che nasce camminando.
Ogni granello di polvere che si alzerà al mio passaggio darà vita a nuovi mondi, ogni respiro affaticato che uscirà della mia bocca aprirà nuovi cieli. Seguirò quella strada che porta dall’alba al tramonto, quella musica primordiale in cui ogni colpo di bordone è un accento e ogni passo una nota che risuona nel nulla e lo fa vibrare. Andrò là dove il cammino si confonde con il pensiero, il pensiero con il canto e il canto con la vita.
Una melodia creò l’Universo ed io ora lo suonerò, cantore del divenire, pellegrino del Tempo.
I miei piedi come mobili radici reggeranno con sapienza il peso della mia anima vagabonda e non guarderò in alto in cerca di padroni ma andrò a testa bassa, fissando la mia ombra, perché questa è la memoria di ciò che siamo proiettata su ciò da cui veniamo, il nostro spirito restituito alla Terra.
L’esistenza è la distanza tra lo sguardo di una madre e quello di suo figlio. Camminare è tornare allontanandosi.
© Rodolfo Veneziani
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