Lei correva sulla spiaggia, lasciava piccole impronte sulla sabbia che sembravano occhi di cui l’oceano cancellava lo sguardo, e cantava a squarciagola mentre il vento le riempiva la bocca.
Lui raccoglieva sassi e li lanciava con forza contro l’orizzonte, mentre le risate dei gabbiani riecheggiavano nell’aria salmastra.
– Andiamo al molo?
– Dai!
In un attimo arrivarono al molo dove decine di blocchi di pietra si accatastavano come rimpianti e le correnti formavano vortici nell’acqua. Si sedettero ai bordi, con le gambe penzoloni, e si misero a osservare la schiuma bianca che si accumulava sulla spiaggia e lentamente svaporava per il calore del sole. Appartenevano alla setta dei grandi smemorati, quelli che vivono sulle sponde dei mari sconfinati e si stringono le mani mentre ascoltano i ricordi di un frammento di vetro levigato dall’acqua o quelli di una foglia che galleggia.
© Rodolfo Veneziani
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