Tarassaco - La Scatola Nera - Blog letterario

Il carretto dei pony va tra i viali fioriti del parco, nell’arsura di mezzogiorno, uno smunto lo guida in silenzio. I suoi occhi neri ruotano nel vuoto delle orbite mentre il carretto va, senza nessun altro a bordo, come un cieco tra i prati verdeggianti.

Il caldo fiacca i pony, la lingua assetata di un cane penzola nell’aria, il carretto avanza come un cieco tra i tarassachi in fiore. Passa sotto una quercia antica, si fa strada tra la gente come un lombrico nella terra grassa, sfiora la veste di una donna, entra nell’ombra di un vecchio. Il carretto si trascina nella luce e lo smunto lo guida in silenzio tra le api in festa e le formiche operose. Passa accanto ad alcuni bambini che si innaffiano con l’acqua di una fontana, uno cade, si sciacqua la ferita e il sangue scorre via mescolandosi a lacrime e fango. Il carretto si ferma all’ombra di un grande salice, i pony sfiatano e il vento disperde nell’aria i semi del tarassaco. Il padre del bambino dà due monete allo smunto e il figlio sale su: il bambino ha smesso di piangere e il carretto si è fatto più pesante. Guardo il bambino negli occhi e lui mi guarda e mi sorride e mentre lo fa si allontana assieme al carretto che va come un cieco, tra i viali fioriti del parco.

© Rodolfo Veneziani

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